Qui si chiacchiera di Wedding:
di Sentimento, di Amore, di Poesia.
Stasera non riesco a cedere al sonno.
Pensieroso, danzo sul filo sottile che separa il sorriso dal dubbio.
Mangio confetti. Bianco nero fondente.
Sono un saltimbanco, ridicolo trapezista di linee invisibili.
Sorrido.
Finchè di colpo brillano gli occhi.
Picchiano in testa dei versi confusi.
Sono loro, quelle pagine a potermi capire.
Il poeta in cui mi rifugio stanotte lo abbracciai nel Duemilanove,
un anno dopo che "Il Vento alla Candela", la sua prima raccolta, fu pubblicata e si poté finalmente sfogliare.
Cristian Bonomi,
che "brucia le notti nella concavità di un aggettivo, contando le costole alla metrica", in realtà credo cerchi solamente tranquilli angoli del mondo e luoghi conosciuti dell'anima in cui rifugiarsi.
A tratti ermetico, rivedo nel suo poetare quel non so che di un vociano e molto di più di un artista crepuscolare.
Poco importa racchiudere il poeta in una categoría:
una scatola troppo stretta, che poi probabilmente nemmeno c'è.
Benché egli definisca il suo dire una "raccolta pericolosamente inutile e inutilmente pericolsa" e delle "righe di cui si sta comodamente digiuni", questa sera voglio condividere qualche suo verso con chi può esserne interessato, con chi cerca Poesia, Amore, Sentimento, Wedding.
Con i miei lettori.
La parola a Cristian Bonomi.
APTEROS
Passi di cervo aveva il pensarti
e sete di cascata.
Amai ad usura
e dare fu chiedere,
sciolsi io la speranza
che ora m'insegue.
Pastore di foglie
suoni il vento flauti infernali
all'amore che mi getta
giù dalla vita:
erigendo i sogni che disti,
dormi nella mia insonnia
con le labbra sbocciate dei bimbi.
Asciugata la tempesta,
soffre oceani la sabbia del cuore
e gocciola ancora
il tuo nome dai remi.
(tratto da: "Fui l'usuraio che ama", Boopen Editore)
BI-SOGNO
Il relitto tocca il fondo,
brucia l'amare i propri diamanti:
esplorerò le rovine del noi
come fossero il buio di casa.
(tratto da: "Fui l'usuraio che ama", Boopen Editore)
IL VENTO ALLA CANDELA
IL VENTO ALLA CANDELA
Avesse ancore il mio dove
mi diresti accanto un'ombra
tu che tremi in fronte al buio.
Povero di te questa
povertà io custodisco.
Il mondo è la conchiglia che suono
per pascolare nuvole e foglie
a te, cui sciolgo il vetro dei mari
finchè mia ti consumino
queste carezze.
Così mi fuggirai
mia rosa in fiamme
e io sarò le tue ali.
(tratto da: "Il vento alla candela", Boopen Editore)
Leggendo, riflettendo, condividendo,
si è fatto tardi...
... "Sciogliendo i sandali al tempo
infinitamente per guardarti
con carezze di cieco (..)"....
...Buonanotte a tutti coloro che hanno dei sentimenti da raccontare.
Xo.Xo.
AL.
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